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Un podio di lacrime

L'evento di oggi che ha catturato noi sciatori la discesa libera femminile.

Oggi a Sochi la temperatura in "centro città" segnava 19 gradi. A 1.755 metri d'altezza ce n' erano 3. La neve per miracolo era dura e, nonostante i quadi 8 gradi registrati all'arrivo della gara a 965 metri sul livello del mare, ha tenuto. Ha tenuto bene tanto che il pettorale 21 e il 18 sono arrivati a podio.
Numeri, tanti numeri, potremmo continuare a snocciolare e perderci in centesimi e secondi.
Una gara dove ha vinto chi è stata più aggressiva ed è riuscita ad assecondare la pista tanto insidiosa e, soprattutto, non si è spaventata per le temperature e dal numero di pettorale alto cose che avrebbero fatto sciare in difesa anche le migliori.


Una gara senza la regina della velocità Linsdey Vonn, con una Riesch non brillantissima che a volte ha perso le linee: forse aveva festeggiato troppo l'altra sera la sua vittoria in combinata.


Oggi la particolarità sono state le lacrime. Le vincitrici hanno pianto tutte, per tanti motivi, ma l'unica che avrebbe, meritatamente, avuto diritto a qualche lacrima è la nostra Daniela Merighetti: quarta.
Piange la Ghisin, prima classificata, perchè non ci crede ancora nemmeno durante la proclamazione.
Piange la Gut perchè voleva di più e non è soddisfatta del suo terzo posto.
Commossa la Maze, prima a parimerito con la Gisin, dopo una lunga battaglia con se stessa.

Daniela non piange, anche se per molto tempo è stata virtualmente sul podio e magari ha avuto modo di illudersi, è felice: felice di esserci nonostante gli infortuni e felice del suo miglior risultato dopo una stagione non brillantissima: "Mi sento comunque fortunata perchè nella vita ho la possibilità di fare ciò che mi piace, mi piacerebbe avere la medaglia al collo ma purtroppo non è così. Questo piazzamento fa parte del gioco ma devo andarne comunque orgogliosa [...]" (fonte fisi.org) PAROLE SANTE DADA, PAROLE SANTE!
Ma mentre tutte le altre ragazze hanno ancora il super G per riscattarsi, torna a casa nel peggiore dei modi, scontenta e insoddisfatta, Elena Fanchini. Nadia ha ancora un paio di colpi da sparare e speriamo che la forza di Dada la contagi e la spinga verso un successo.

C'è qualcuno che ha anche pianto di dolore è Alexandra Coletti del principato di Monaco che a causa di una brutta caduta si è rotta il piede.

Adesso abbiamo qualche giorno per riprenderci dalle emozioni di oggi e per far asciugare le lacrime sulle guance delle vincitrici prima della supercombinata maschile che prenderà il via venerdì mattina: speriamo ci sia uno spettacolo emozionante come in quella femminile!

C'è qualcuno che se l'è vista brutta veramente. Probabilmente anche lui ha pianto pensando di passare la vita in un gulag siberiano. Un tecnico olandese, forse un po' alticcio dopo dei festeggiamenti (del resto l'Olanda è ai primi posti del medagliere), ha pensato bene di fare pipì contro ad un muro.
Peccato fosse il muro della casa di Putin. Fortunatamente alle Olimpiadi "sono tutti più buoni" e l'olandese si è salvato in extremis.

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