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Alle 2 Alpes, la Jam Session si è affermata negli anni come scuola italiana di riferimento per gli appassionati che vogliono molto di più di un semplice corso di sci. Entriamo nello spirito di un programma intensivo…

Motivazione e impegno. Questa è la prima richiesta di Jam Session a quanti chiedono un corso con i «controfiocchi». Che si scelga la formula «Performance» (sciatori di medio-buon livello), o la «Top & Fun» (sciatori di buono-ottimo livello) o la «Top & Race» (agonisti occasionali e agonisti confermati), la contropartita è un programma didattico completo e concreto, centrato sui temi tecnici fondamentali e più attuali, curato nei particolari ed esposto con grande efficacia da tecnici di notevole esperienza. Già, perché i programmi dei corsi intensivi sono studiati per sciatori molto motivati, che hanno il piacere di imparare, che vogliono essere aggiornati, pronti ad impegnarsi in una «full immersion» tecnica che garantisca un decisivo salto di qualità. Qualcuno potrebbe obiettare che è più dura che andare a lavorare. Ma chi la sente la fatica? L’entusiasmo e la passione sono veramente alle stelle, pienamente condivisi dagli istruttori ed allenatori dello staff il cui impegno stimola e coinvolge gli allievi, spesso al di sopra delle loro stesse aspettative. Il programma è effettivamente impegnativo, costantemente interessante: almeno 36/40 ore settimanali di cui 24 sulla neve e 12/16 tra video, ginnastica propriocettiva, simulazioni, lezioni sulla tecnica, sui materiali, su tutto quello che può servire per acquisire una sciata moderna e dinamica. Nell’epoca in cui gli sci di nuova generazione promettono sensazioni forti a quanti sapranno trasformare una sciata «sterzata» in sciata «supercondotta» i contenuti tecnici dei corsi puntano ovviamente all’ottenimento di una precisa guida dello sci. Nuova generazione significa comunque anche freeride. Non c’è contraddizione né contrasto tra le due interpretazioni dello sci. Sciare bene, in pista e fuori pista, è frutto in ogni caso di buona padronanza dei fondamentali. Ecco quindi che un lavoro sulla tecnica in pista può essere utile anche ad un freerider, e che molte sciate fuoripista sono vivamente consigliabili ai «pistaioli», per migliorare la loro destrezza, capire che lo sci non deve essere necessariamente una «scienza esatta», provare il piacere dello sci più autentico. I programmi dei corsi intensivi Jam Session sono un equilibrato mix di teoria e pratica. E, se capire la teoria è importante e relativamente facile, l’obiettivo resta pur sempre trovare il modo più efficace per metterla in pratica. Il lavoro in aula e sul campo deve quindi mirare a rendere l’allievo cosciente del gesto tecnico, suggerendogli come percepire i propri movimenti e come finalizzarli ad un’azione essenziale ed efficace; stimolandolo ripetutamente a descrivere la propria azione, verificando costantemente la piena comprensione delle spiegazioni, dandogli gli strumenti per migliorare l’analisi del proprio comportamento pratico e l’esecuzione di un gesto più redditizio. Le attività su neve, in aula e a secco sono totalmente integrate e complementari; l’esposizione dei concetti tecnici è improntata alla massima concretezza, sempre supportata da audiovisivi e possibilmente seguita immediatamente da prove pratiche. A titolo di esempio ecco alcuni degli argomenti trattati nei corsi intensivi: I movimenti fondamentali su cui si basa l’azione dello sciatore: è importante conoscerli a fondo e senza equivoci per imparare a valutare quantitativamente e qualitativamente i propri movimenti, in rapporto alla definizione dei fondamentali stessi. Gli assetti ed il tipo di equilibrio stanno alla base del «lavoro»: è incredibile come vi siano ancora idee molto confuse in proposito, anche tra sciatori di buon livello. L’obiettivo è di instaurare le corrette mobilità per ottenere assetti simmetrici, per inversioni di assetto con il giusto tempismo ed esenti da rotazioni del corpo sul proprio asse longitudinale. Il ritmo è uno strumento importante per perfezionare istintivamente l’equilibrio e gli assetti in situazione dinamica. Ritmi intensi e cadenze più lunghe aiutano a capire i propri movimenti e la loro collocazione nel tempo e nello spazio. La preparazione e l’appoggio del bastoncino (oggi sottovalutati ma solo apparentemente meno importanti di un tempo) consentono di coordinare l’azione generale e di renderla più plastica e graduale, amalgamando i movimenti delle parti bassa e alta del corpo, ottimizzando i tempismi esecutivi di ogni curva. La trasformazione dei movimenti verticali (estensione/piegamento) in movimenti laterali (angolazione-estensione/angolazione-piegamento) è uno dei passaggi chiave; la facilità con cui metterli a punto dipende molto dalla buona assimilazione dei quattro elementi precedenti. Non è facile, ma una volta afferrate le sensazioni «chiave» i progressi si fanno evidenti, dando alla sciata una nuova fisionomia. Jam Session sta realizzando un simulatore che dovrebbe accelerare notevolmente i tempi di apprendimento, consentendo un numero elevatissimo di ripetizioni e riducendo i tempi di automatizzazione. L’eliminazione dell’azione sterzante (a livello dei piedi) va di pari passo con il punto precedente e presuppone la rimozione di automatismi fortemente radicati. È in assoluto la fase più delicata. Il movimento al quale educare i piedi per passare da spigolo a spigolo è semplicissimo da realizzare a secco. Molto più difficile da eseguire sugli sci, in quanto la conduzione provoca accelerazioni notevoli e conseguenti diverse esigenze di equilibrio, alle quali viene spontaneo rispondere con il vecchio schema motorio. L’abitudine alla velocità è essenziale nel passaggio da una sciata controllata e sterzata ed una più precisa, condotta e dinamica. Questa confidenza con la velocità viene ricercata inizialmente su tratti rettilinei e poi combinata con le prime discese in superconduzione passiva. Le sensazioni «da superconduzione» possono essere provate anche a basse velocità con sci cortissimi e molto sciancrati. La superconduzione diventa via via più attiva introducendo ed alternando esercizi per l’incremento dell’angolazione, della presa di spigolo, del lavoro muscolare, per la gestione dei carichi e dei tempi di esecuzione, per la variazione degli archi di curva, ecc. La centralità dinamica assume sempre più importanza durante il perfezionamento della superconduzione, con archi di curva più impegnativi, su pendenze accentuate o variabili. Nei programmi «Top & Race» la centralità dinamica e l’avanzamento del corpo in uscita curva e cambio diventano elementi essenziali ai fini della prestazione. In questi corsi gli aspetti tecnici vengono sviluppati sempre in parallelo agli aspetti tattici. L’integrazione tra tecnica e tattica è l’idea guida di tutto il corso Race.

Dalla teoria alla pratica

 

Dalla teoria alla pratica
In apertura: Paolo Malfatto in volo durante una discesa su un terreno molto impegnativo, ripido e non battuto. Il corpo si prepara all’atterraggio in curva impostando il corretto assetto durante la fase aerea
1 Uno degli esercizi classici, in particolare nel corso Performance: curve ritmate con autocontrollo dell’assetto cercando la costante orizzontalità dei bastoni.§
2 Esercizio per il controllo della centralità in un percorso che offre più alternative nella scelta delle traiettorie (corsi Top & Fun /Top & Race)
3 Terreni ripidi con neve non battuta sono un’ottima palestra per diventare sciatori completi
Tecnica e tattica
4 Prove di traiettoria ai corsi «Top & Race»: tecnica e tattica devono integrarsi al meglio per ottenere la più alta prestazione
5 Centralità dinamica, coordinazione ed avanzamento nell’impatto con il palo: temi importanti nella preparazione allo slalom (corsi Top & Race)

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