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Coppa del Mondo - femminile
Eccoci di ritorno con le nostre chiacchiere da rifugio.
Lo scorso week end il circo bianco ha fatto tappa nelle terre del nord, più precisamente a Levi in Finlandia, consueto appuntamento per il primo slalom di stagione.

Coppa del Mondo - femminile

Eccoci di ritorno con le nostre chiacchiere da rifugio.
Lo scorso week end il circo bianco ha fatto tappa nelle terre del nord, più precisamente a Levi in Finlandia, consueto appuntamento per il primo slalom di stagione.
Da buoni gentil uomini anche questa volta è stata data precedenza alla gara femminile, su una pista non difficilissima, caratterizzata da due lunghi piani resi movimentati da alcuni dossi artificiali e divisi da un breve ma ripido muro.
In campo femminile nessun colpo di scena, con tutte le fuoriclasse della specialità regolarmente al cancelletto di partenza  la gara si prospettava combattuta e avvincente, con Shiffrin super favorita ma con una bella bagarre tra 5/6 atlete per la conquista del podio.
In una giornata di “sole”,  stranamente senza nebbia, la prima a scendere in pista è la ceca Sarka Strachova.
La sua discesa da subito non ha dato l’impressione di essere molto efficace, lei che nei tratti pianeggianti solitamente è un treno in piena corsa, in questa occasione non sembra riuscire a creare quella velocità necessaria per uscire velocemente da quei tratti di scorrimento che, in questo caso, ne hanno addormentato l’azione.
A confermare questa impressione è la svizzera Wendy Holdner  che parte subito in 4°, creando una buona velocità sul piano iniziale e, forte di una sciata fluida e precisa  sul muro, taglia il traguardo con 8 decimi di vantaggio. Un ottima manche per la Svizzera che dimostra una crescita tecnica rispetto allo scorso anno che le garantisce un posto tra le papabili pretendenti al podio di giornata.
Tocca ora alla coppia slovacca Velez Zuzulova e Vlova. Entrambe sembrano scendere con il freno a mano tirato e con parecchio margine, forse l’emozione della prima gara o semplicemente una valutazione errata del tracciato, fatto sta che questo atteggiamento porta le due connazionali ad accomodarsi alle spalle della svizzera. Stessa sorte tocca alla norvegese Nina Loeseth che  già  nel gigante di apertura non aveva brillato evidenziando probabilmente un piccolo ritardo di forma.
Se fino ad ora si sono calati in pista i pezzi grossi ora tocca ai pezzi da 90. Con volto concentrato si affaccia al cancelletto di partenza il pettorale rosso della svedese di Frida Hansdotter , vincitrice della classifica di slalom della scorsa stagione, decisa a fare la voce grossa e a rendere la vita difficile a tutte le pretendenti al trono.  La prima parte di pista non è certo a suo favore visto la differenza fisica tra lei e la svizzera, che poteva contare su una potenza maggiore ma, la svedese, ha  dalla sua una reattività e una tecnica che le consentono di limitare il distacco sul piano iniziale e di agganciare l’avversaria sul muro per poi tagliare il traguardo con lo stesso tempo della Holdner. Non c’è tempo per rilassarsi un attimo che subito veniamo catapultati alla partenza perché Mikaela Shiffrin scalpita dietro al cancelletto decisa ad andare a riprendersi quel pettorale rosso che per troppo tempo è stato sulle spalle di un’altra atleta. Scarica tutta la sua potenza sul piano iniziale (si dice che durante l’estate abbia incrementato la massa muscolare di circa 7kg) e sul muro scia come se seguisse dei binari, al traguarda la luce è verde e il distacco inflitto alle avversarie è di 72 centesimi.
Bisogna dire che da qui in poi non ci sono stati colpi di scena da segnalare  se non una discreta prova di Manuela Moelg che, con il pettorale 25, riesce a piazzarsi 15esima e la giovane tedesca Marina Wallner che con il pettorale 44 stupisce tutti arrivando 20esima.
Nelle gare di slalom femminile, a differenza di quelle maschili, il divario tecnico e di tempi tra le atlete del primo gruppo e le altre è molto marcato e questo và un po’ ad intaccarne lo spettacolo, dando quasi l’impressione di guardare due gare completamente diverse.
Anche noi come le atlete utilizziamo la pausa tra una manche e l’altra per tranquillizzarci un po’ e, per sentirci un po’ opinionisti, iniziamo ad interloquire con Max Blardone in tv… la coppa del mondo è appena iniziato e a noi servirebbe già una flebo di camomilla!
Ma torniamo alla gara perché il vincitore si decreta alla fine della seconda manche!
Con le prime discese tutto è abbastanza regolare, le atlete si alternano all’angolo del leader fino alla discesa di Michelle Gisine che piazza una gran manche e inizia la sua scalata che a fine gara le garantirà la nona posizione. Altri due colpi di scena arrivano dalla Norvegese Maren Skjoeld e dalla Svizzera Melanie Meillard che risalgono posizioni su posizioni fino a piazzarsi rispettivamente quinta e sesta.
Piano piano tutte le atlete affrontano la pista Levi Black e purtroppo dobbiamo segnalare che per i nostri colori questa gara non è stata delle migliori, una Moelgg al 13esimo posto e una Curtoni al 20esimo non ci possono proprio rendere felici… sarà per la prossima!
Ci si avvicina alla zona calda e ovviamente il livello e l’ansia si alzano esponenzialmente.
Anche nella seconda manche Strachova non sembra riuscire a scaricare la sua potenza ai suoi sci e si deve accontentare di accomodarsi alle spalle delle due sorprese di giornata. Il sogno per le due ragazzine terribili viene però bruscamente interrotto dalla poderosa discesa di Zuzulova prima e di una scatenata Vlova po che, archiviata la prima manche in difesa, attacca ogni palo come fosse l’ultimo e taglia il traguardo con 9 decimi solla connazionale.
Dopo una manche simile sembrava difficile o quasi impossibile stare davanti alla ceca ma ancora una volta la svizzera Holdner dimostra la sua crescita tecnica e mentale, con una discesa precisa e aggressiva soprattutto nei piani sorpassando la Vlova e portandosi al comando.
Tocca ora alla “piccola” Hansdotter che parte decisa ma, già a metà paino accusa un distacco non irrilevante e purtroppo la sua gara termina all’imbocco del muro dove un errore di traiettoria le causa un’inforcata e di conseguenza la perdita del pettorale rosso.
Holdner è vicina all’impresa ma, ancora una volta, al cancelletto si affaccia l’americana Shiffrin questa volta visibilmente nervosa, è infatti la prima volta dopo tanto tempo che, dopo la prima manche, si trova ad avere un vantaggio inferiore al secondo.
L’americana parte a tutta e senza calcoli, sul piano disegna linee strettissime e sistema subito i distacchi, portandosi sopra il secondo di vantaggio all’imbocco del muro ma, questa volta, ha qualche difficoltà e al traguardo riesce a portare “solo” 67 centesimi di vantaggio che le garantiscono, comunque, ancora una volta la vittoria e la riconquista del pettorale rosso di leader di classifica.
Bisogna essere sinceri, nelle ultime stagioni lo slalom femminile è diventato terreno di poche, o meglio, è diventato terreno della Shiffrin che, a meno che non si autoelimini con errori o infortuni, ha il monopolio sulla vittoria. Dietro di lei ci sono 5/6 atlete che possono giocarsi il podio e poi c’è il resto del mondo, che ad ora, sembra fare un altro sport!
Anche questa gara si è conclusa ,lasciamo le renne e Babbo Natale è ora di fare i bagagli… si va in America!!!!

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